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Porsi domande di fronte alla guerra significa per l’impresa rinnovare responsabilmente la propria capacità di abitare la complessità.

Essere in guerra

Per ogni persona, essere in guerra significa anzitutto fare i conti con la propria responsabilità. Se qualcuno potrebbe obiettare “ma non ho scelto di essere in questa guerra”, difficile non concordare sul fatto che nessuna evenienza è capace quanto una guerra di farci sentire parte della complessità che ci circonda. Trovare una bussola per muoversi in questa complessità cos’altro può significare se non rendersi consapevoli di come il nostro agire la influenza?

Nell’antica società greca l’idiota è la persona privata, quella che antepone a tutto l’interesse proprio (idios). La persona pubblica è il cittadino (polites) che esercita una virtù politica, cioè legata al benessere della città (polis) di cui fa parte. Per agire come cittadini dobbiamo renderci responsabili – ché responsabilità significa abilità di risposta – della complessità che abitiamo.

E qual è la responsabilità di un’impresa di fronte alla complessità di una guerra? Se si pensa all’impresa come agenzia di cambiamento e sviluppo all’interno della società, la sua responsabilità è offrire idee, strumenti e aiuti concreti a diminuire il numero degli idioti e accrescere quello dei cittadini. Una simile responsabilità si sviluppa dialogando con clienti, fornitori, concorrenti e anzitutto con le persone che nell’impresa lavorano. Quanto segue è una lista, necessariamente parziale e aperta, di spunto a chi voglia alimentare questo dialogo.

Non semplificare, stai alla larga da chi spaccia verità, letture superficiali divisive e immediatamente gratificanti; fai attenzione alle parole, quelle che leggi, che pensi, che pronunci e scrivi; sospendi il giudizio, alimenta il pensiero critico, continua a porti domande e non avere fretta di arrivare a delle conclusioni; prenditi tempo, approfondisci, ascolta tutte le posizioni; frequenta la storia e l’economia, ma anche la filosofia, la letteratura e l’arte; non adagiarti nell’abitudine e nella comodità: esponiti, senza timore di sbagliare, di essere criticato; allenati al dialogo, al confronto, alla democrazia; metti in gioco la tua emotività, relaziona passione e ragione; avvicinati alla diversità, frequenta nuove persone, reti, ambiti; pensa al futuro della collettività…

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